Le vipere, un pericolo primaverile/autunnale
 
 
Anche quest’anno in aumento i cani vittime del veleno 
Le vipere son tornate 
 
 
Attive sino a novembre. Come riconoscere il serpente e gli effetti del suo morso micidiale. 
Gli interventi di primo soccorso 
 
 
Dr. Sara Ceccarelli, Medico Veterinario 
 
"I Nostri Cani" - Rivista Ufficiale ENCI - ottobre 2009 
tratto da  www.enci.it 
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La vipera è un serpente appartenente alla famiglia dei Viperidi, in Italia ne sono presenti 4 specie velenose e dal morso potenzialmente letale: V. aspis (presente nel Nord e Centro Italia, soprattutto in zone collinari e montuose), V. beris, V. ammodyres V. ursinii (presente soprattutto in Abruzzo). 
E’ generalmente un rettile piuttosto timido che preferisce fuggire al minimo rumore e che attacca solo se impossibilitato ad allontanarsi. In tal caso assume un atteggiamento minaccioso, gonfiandosi e soffiando. Il suo habitat è vario: vive sia in montagna che in pianura, sia nel boschi che nei prati, privilegiando luoghi tranquilli e assolati, nei quali ha la possibilità di stendersi al sole per poter mantenere costante la sua temperatura corporea. 
In media ha una lunghezza che può raggiungere i 60 cm, presenta un caratteristico capo piatto e triangolare, con un corpo massiccio che termina bruscamente in una coda piuttosto breve. La vipera è attiva tra Aprile e Ottobre e tale periodo è parzialmente a rischio per i cani da caccia che dalla metà di Agosto si iniziano l’allenamento sul territorio libero, ma lo può essere integralmente per i soggetti impiegati in primavera ed estate nelle Zone di Addestramento Cani e nelle aziende ove si esercita la caccia privata. 
Le parti anatomiche ove frequentemente la vipera morde il cane sono le estremità degli arti e il muso, sede quest’ultima dove il morso risulta più pericoloso per la sua elevata irrorazione sanguigna. Il cane morso evidenzia subito dolore segnalato da forti guaiti e la zona colpita appare rapidamente tumefatta, calda, con ben visibili due forellini, distanti circa due centimetri, lasciati dai denti del rettile e circondati da piccole emorragie. 
In seguito, massimo entro 1-2 ore, la situazione tende a precipitare con sintomi che si aggravano: il cane diventa particolarmente abbattuto, a volte può presentare vomito e diarrea con forte dolore addominale, respirare con difficoltà e, nei casi più gravi, avere paralisi della mandibola e convulsioni, seguite da un grave abbassamento della temperatura e morte. E’ indubbio che l’evoluzione della sintomatologia e la sua gravità siano strettamente collegate alla quantità di veleno inoculato, alla sede dell’inoculo, alla taglia e età del cane. 
Quello che può fare direttamente il cacciatore purtroppo non è molto se non cercare di tranquillizzare il cane e possibilmente tenerlo fermo per evitare che i movimenti accelerino la diffusione del tossico nell’organismo attraverso la circolazione sanguigna. Alcuni testi riportano la possibilità di utilizzare un laccio emostatico temporaneamente apposto a monte della ferita e l’incisione della stessa per far uscire il veleno (mai succhiarlo per evitare di ingerirlo ed intossicarsi!); a mio avviso non si risolverebbe il problema, perdendo inutilmente del tempo prezioso e riuscendo a stressare il cane più di quanto non lo sia già. E’ invece assolutamente necessario portare subito l’animale dal veterinario che avrà l’opportunità di somministrare rapidamente il siero antiofidico, di attuare una fluidoterapia necessaria a limitare i rischi di collasso cardio-circolatorio e di effettuare un’adeguata copertura antibiotica. 
L’utilizzo del siero antiofidico è fortemente discusso per la sua potenziale pericolosità (induzione di shock anafilattico in 7 casi su 5000) ma rimane ancora l’unico presidio efficace nel contrastare i molti effetti di natura emolitica, neurotossica, nefrotossica, cardiotossica ed epatotossica del veleno della vipera. Non mi sento di consigliare i cacciatori di zone a rischio di portare con sé il siero proprio per questi motivi: la sua somministrazione deve essere effettuata solo sotto stretto controllo veterinario! 
Se le prime cure mediche sono tempestive, hanno successo e il cane supera la prima critica fase dell’avvelenamento dovrà comunque essere strettamente monitorato dal veterinario per almeno 72 ore, possibilmente mediante ospedalizzazione del soggetto. E’ necessario infatti tenere presente che gli effetti del veleno sul sangue e sul fegato possono farsi sentire anche diverse ore successive al morso, con problemi di coagulazione e conseguenti emorragie o rischio di trombosi. 
Il veterinario provvederà per alcuni giorni ad attuare una terapia fatta di fluidi endovena, antibiotici e farmaci sintomatici per i disturbi gastrointestinali che le tossine della vipera innescano. Monitorerà anche attentamente eventuali danni neurologici che a volte, anche se raramente, lasciano deficit motori o, più comunemente, solo aree di ipersensibilità nella parte colpita. Grande cura sarà tenuta dal veterinario nel sostenere la funzionalità renale, spesso gravemente compromessa. 
La gestione dell’animale a casa, a breve e a lungo termine, da parte direttamente del proprietario sarà, di circostanza in circostanza, attentamente valutata dal veterinario che indicherà farmaci e alimentazione specifici sulla base di eventuali danni, transitori o meno, subiti da reni e apparato gastroenterico. 
Superfluo dire che anche un cane che riesce a superare rapidamente e con successo questa gravissima forma di avvelenamento non potrà, nell’immediato, essere sottoposto a sforzi venatori ma dovrà essere tutelato con un periodo di convalescenza stabilito di volta in volta dal veterinario. Difficile poter dire a priori se il cane tornerà ad essere l’atleta di prima; a volte i danni subiti, soprattutto dai reni e dal fegato, possono non essere completamente recuperabili e la capacità dell’organismo di sostenere gli sforzi cui precedentemente era abituato può essere più o meno ridotta. 
Ovviamente questa valutazione spetta esclusivamente al medico veterinario che con opportuno monitoraggio clinico e analisi di laboratorio mirate, sarà in grado di consigliare al meglio il proprietario per quanto riguarda la gestione del soggetto in futuro. 
 
(Per argomenti correlati, vedi qui.  ndr) 
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IMMAGINI DAL WEB 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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