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Le cure che ogni proprietario ha il dovere di rivolgere al proprio cane o gatto non si esauriscono
con la somministrazione di cibo ed affetto, ma implicano anche la tutela e la salvaguardia della salute dell'animale.
Nel corso di tutta una vita, anche al più sano dei soggetti può accadere di dover somministrare
una pastiglia o uno sciroppo, fare un'iniezione o semplicemente misurare la temperatura.
Quindi dobbiamo essere in grado di compiere piccole manualità sui nostri amici
che fin dalla più tenera età devono essere abituati ad accettare di buon grado questi piccoli interventi.
La fermezza, la pacatezza e la dolcezza sono il segreto per ottenere la più completa collaborazione;
così facendo benpresto capiranno che questi piccoli gesti sono fatti nel loro interesse.
Certe nozioni di pronto soccorso possono rivelarsi utili anche nei confronti dei poveri cani e gatti randagi
che giornalmente sono vittime di incidenti e che chiunque ami realmente gli animali non può non sentire l'impulso di aiutare.
Spesso l'intervento tempestivo può salvare la vita a queste bestiole.
A volte sono gli interventi effettuati immediatamente dopo l'incidente ad essere determinanti
per la risoluzione favorevole del trauma.
D'altra parte non bisogna essere interventisti a tutti i costi ma occorre agire solo se si sa quello che si sta facendo
e se si è guidati da regole che, benché rudimentali e superficiali, seguono un precisoprocedimento logico e clinico.
Non bisogna mai pensare di sostituirsi al veterinario.
L'intervento di pronto soccorso effettuato da un profano deve avere solo lo scopo di migliorare
le condizioni nell'attesa dell'intervento specialistico del professionista.
testi ed immagini tratti da: www.legadelcanedellaspezia.org e da www.petnet.it ed elaborati in proprio
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È importante avere a disposizione un armadietto del pronto soccorso che contenga medicinali ed oggetti indispensabili per offrire un primo aiuto al nostro amico, vittima di incidente o altro, in attesa dell'intervento del veterinario. Di seguito elenchiamo gli elementi principali che deve contenere:
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Le cause sono dovute alla permanenza dell'animale in luoghi surriscaldati, poco aerati o sotto i raggi diretti del sole (come un'autovettura in sosta durante le giornate estive) o, per quanto riguarda i cani, quando vengono sottoposti a sforzi eccessivi (corse dietro veicoli o biciclette) in giornate particolarmente calde. I nostri animali non possono contrastare l'aumento della temperatura corporea attraverso il sudore come fa l'uomo, l'unico mezzo a loro disposizione è l'aumento della frequenza respiratoria che però in molti casi non è sufficiente. Il nostro amico si mostra affannato e debole, la sua temperatura corporea risulta molto alta, il ritmo cardiaco è accelerato e la respirazione difficoltosa; nei casi più gravi si manifestano convulsioni, vomito, diarrea e stato comatoso. Quando si trova chiuso all'interno dell'auto incomincia ad avere caldo, si agita e si sente soffocare, le mucose paonazze, gli occhi fuori dalle orbite, la lingua a penzoloni, il suo respiro sempre più affannoso surriscalda l'aria nell'abitacolo e consuma l'ossigeno presente: la morte è per asfissia.
In questo caso bisogna tempestivamente: spostare l'animale in un luogo fresco e ben aerato; raffreddarlo gradatamente con impacchi freddi o immergere tutto il suo corpo in acqua fredda per cercare di riportare la temperatura a valori normali; controllare se si normalizza la frequenza cardiaca e quella respiratoria recarsi immediatamente dal veterinario e nel frattempo iniettare per via sottocutanea dei corticosteroidi per contrastare il collasso cardiocircolatorio.
Un'importantissima raccomandazione al fine di prevenire questi incidenti è quella di non lasciare mai gli animali in macchina nei mesi caldi, o almeno parcheggiare all'ombra e con i finestrini aperti non lasciandoli a lungo e di non sottoporli mai a sforzi eccessivi nelle giornate estive.
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I cani ed i gatti essendo dotati di pelo, sono piuttosto resistenti alle basse temperature. Se però sono bagnati si possono verificare dei danni all'organismo; quindi le cadute in laghetti o stagni o le lunghe permanenze nella neve possono essere pericolose per i nostri amici. La temperatura corporea si abbassa pericolosamente e se non viene riportata a valori normali in breve tempo possono essere compromesse le attività vitali con rischio di vita. L'esposizione ad aria fredda o ghiacciata, la permanenza nella neve, possono provocare lesioni ai tessuti: le parti colpite più frequentemente sono le orecchie, la coda, i genitali esterni e le estremità degli arti in quanto sono meno protetti dal pelo ed hanno un maggior scambio di calore con l'esterno. Queste si presentano all'inizio pallide e fredde, quindi possono diventare scure ed insensibili per la necrosi fino a distaccarsi. L'animale colpito presenta una temperatura corporea più bassa del normale, uno stato di quasi incoscienza, respira lentamente con un battito cardiaco rallentato. Si deve immediatamente intervenire da una parte riscaldando l'organismo e dall'altra tentando di ripristinare la circolazione nella zona colpita da congelamento: trasportare l'animale in un ambiente caldo, avvolgerlo in una coperta e riscaldarlo con delle borse dell'acqua calda; se dalla temperatura rettale si dovesse osservate ipotermia (36-37 °C), immergerlo in una vasca con acqua calda (non bollente) e poi asciugarlo accuratamente con phon; sulla parte congelata si deve applicare del calore/umido, come ad esempio degli stracci inumiditi con del vapore; agire con delicatezza senza sfregare i tessuti per non creare danni e non si deve applicare alcun farmaco prima dell'arrivo del veterinario.
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Le convulsioni nel cane e nel gatto sono causate da improvvisi e repentini disturbi dell'attività cerebrale e si presentano con contrazioni e tremori che interessano tutto il corpo. Durante gli attacchi convulsivi, che possono durare da pochi secondi a qualche minuto, gli animali oltre ad essere incoscienti possono perdere feci ed urina. Le crisi possono presentarsi una sola volta nella vita o ripetersi con una frequenza variabile da poche volte l'anno a molte volte in un giorno a seconda delle cause che possono essere molte: disturbi genetici, metabolici, malattie infettive o congenite. La comparsa di un attacco convulsivo rappresenta sempre un fatto drammatico per i proprietari che ne restano molto impressionati.
Occorre restare calmi poiché nella maggior parte dei casi la crisi cessa spontaneamente. Si deve: allontanare dall'animale tutti gli oggetti che potrebbero ferirlo e coprirlo con una coperta evitando di fare rumore per non aggravare il suo stato psichico; non bisogna scuoterlo, ma occorre parlargli a bassa voce con dolcezza; la terapia degli attacchi convulsivi richiede sempre l'intervento del veterinario, solo nei rari casi in cui la crisi non accenna a fermarsi ed il medico non può intervenire prontamente è necessario praticare del sedativo per via sottocutanea.
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I cuccioli sia di cane che di gatto hanno la tendenza a giocare con gli oggetti più disparati e di ingerirli. I corpi appuntiti (lische di pesce, schegge d'ossa di pollo o di pezzi di legno, spaghi o pezzi di elastici) si possono conficcare o incastrarsi nel palato, nella lingua, nelle gengive o fra i denti. L'animale sofferente strofina il muso a terra e tenta con le zampe di rimuoverlo; ha abbondante salivazione, conati di vomito e segni di soffocamento. Con calma e cautela un aiutante afferra la testa dell'animale con la mano sinistra, mentre con l'indice della mano destra abbassa la mandibola inferiore; mentre voi esaminate accuratamente la bocca cominciando dalle labbra e dal vestibolo labiale e poi aprendo il cavo orale esaminate attentamente osservando anche sotto la lingua; individuato il corpo estraneo rimuovetelo solo se l'operazione è possibile senza rischiare di danneggiare ulteriormente la bocca dell'animale; terminata l'operazione controllate la ferita e se le sue dimensioni vi sembrano rilevanti, consultate il veterinario. Se non si riesce a risolvere la situazione occorre ricorrere prontamente all'aiuto del veterinario, specialmente nel caso che il corpo estraneo ostruisca le vie respiratorie.
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La causa del soffocamento, in genere, è dovuta all'ingestione di corpi estranei che invece di scendere nella laringe, e da qui nello stomaco, finiscono nella faringe e raggiungono la trachea, impedendo una normale respirazione. L'animale è agitato, ansima, tiene la testa estesa in avanti, perde abbondante saliva dalla bocca, la lingua e mucose possono apparire bluastre. La situazione è di grave emergenza e l'intervento deve essere immediato. Per prima cosa occorre spalancare la bocca dell'animale afferrando con la mano sinistra la mandibola superiore mentre con la destra si abbassa quella inferiore e, se è possibile individuare l'oggetto e tentare di estrarlo delicatamente con le dita (se conficcato in un punto accessibile).
Se il corpo estraneo è conficcato in profondità e se l'animale è di piccola taglia, è necessario sollevarlo e tenerlo a testa in giù afferrandolo per le zampe posteriori; scuotere quindi il corpo per fare in modo che il corpo estraneo venga smosso attraverso piccoli colpi sulla nuca e sul torace; se si riesce ad ottenere l'espulsione si deve quindi procedere con la rianimazione attraverso il massaggio cardiaco-respiratorio. Se, invece, si tratta di un cane di grosse dimensioni e proprio non riuscite a sollevarlo è possibile sdraiarlo da un lato e comprimergli il torace ritmicamente per favorire l'espulsione del corpo estraneo. In queste occasioni ogni minuto è prezioso e bisogna agire nel modo più rapido e deciso possibile.
Se la difficoltà respiratoria è dovuta a gonfiore della gola e della laringe, la causa può essere un'allergia in corso: bisogna rivolgersi con tempestività al veterinario che provvederà a sgonfiare la parte con farmaci ad effetto immediato.
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I corpi estranei in molti casi progrediscono (o si conficcano) nella faringe, nello stomaco, nell'intestino o localizzarsi nel colon. Gli oggetti sottili (schegge, chiodi, ecc.) vengono facilmente eliminati con le feci. I corpi ostruenti (sassi, palline, ecc.) possono occludere i vari passaggi, bloccando il funzionamento dell'apparato in questione. In questi casi la sintomatologia si instaura più lentamente ma non per questo è meno grave: vomito irrefrenabile, in particolare dopo assunzione di acqua, rifiuto del cibo, assenza di defecazione e profondo abbattimento. Non si deve assolutamente tentare di indurre il vomito o somministrare purganti nel tentativo di far espellere il corpo estraneo poiché si potrebbero provocare gravissimi danni. Solo l'intervento del veterinario può affrontare la situazione, quasi sempre si deve ricorrere all'intervento chirurgico.
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La bestiola manifesta difficoltà respiratoria, starnuti. Si può tentare la rimozione con pinze solo se è visibile il corpo estraneo, altrimenti bisogna ricorrere alle cure del veterinario.
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I corpi estranei che penetrano negli occhi sono pericolosi perché possono provocare lesioni della cornea. Bisogna sciacquare più volte l'occhio colpito con camomilla tiepida fino a che il materiale penetratovi non venga espulso; in caso contrario rivolgersi al veterinario.
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Il riscontro di corpi estranei nel condotto auricolare è più frequente nei cani con orecchie pendenti. Nella maggior parte dei casi si tratta di spighe di graminacee (forasacchi) che una volta entrate, a causa della loro particolare conformazione, difficilmente vengono eliminate dal cane mediante gli scuotimenti della testa, ma tendono ad infiggersi sempre più profondamente fino ad arrivare al timpano. La presenza di spighe all'interno del condotto uditivo causa molto dolore e disagio, i cani si grattano l'orecchio colpito con insistenza emettendo guaiti e lamenti e tengono la testa storta. Mentre un aiuto tiene saldamente il cane occorre osservare attentamente tutto il padiglione auricolare al fine di evidenziare la presenza di ferite, poi si osserva il condotto e se si riesce ad individuare il corpo estraneo lo si afferra con l'aiuto di una pinzetta facendo attenzione a non lasciar compiere movimenti bruschi al cane; se la spiga è situata profondamente nel condotto non si deve tentare di estrarla ad ogni costo poiché si potrebbero causare delle lesioni al timpano; in ogni caso dopo l'intervento ci si deve recare al più presto dal veterinario.
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Capita che corpi estranei come sassolini, schegge di vetro o legno, spine o spighe di graminacee si infliggano tra i polpastrelli delle zampe di gatti e cani causando zoppicature e lesioni più o meno gravi. In particolare le spighe, i cosiddetti forasacchi, una volta penetrate nella cute continuano a progredire dando luogo alla formazione di tragitti fistolosi che, se non curati per tempo, si risolvono solo con l'intervento chirurgico. L'animale può presentare una zoppia (o a non appoggiare del tutto l'arto a terra) e leccarsi in maniera insistente una zampa, occorre, innanzitutto esaminare accuratamente la zampa colpita senza tralasciare gli spazi interdigitali: l'unico segno visibile, il più delle volte, è un piccolo forellino o un taglietto (la parte potrebbe risultare gonfia ed arrossata); una volta individuata la porta d'ingresso del corpo estraneo è possibile tentare di estrarlo schiacciando i bordi della ferita aiutandosi con una pinzetta dopo aver tagliato il pelo attorno alla zona; nel caso in cui il tentativo vada a buon fine, una volta terminata l'estrazione, è opportuno disinfettare la ferita con acqua ossigenata ed applicare una pomata antibiotica per qualche giorno. Quando il corpo estraneo è penetrato a fondo nei tessuti si rende necessaria un'incisione/esplorazione che verrà eseguita dal veterinario.
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In qualunque punto si trovi la ferita, occorre eseguire una fasciatura che comprenda cosce, fianchi ed addome. Al termine si deve tagliare longitudinalmente l'ultimo tratto di benda ed utilizzare i due lembi per formare un nodo.
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Le feci prelevate da terra o dalla cassetta del gatto per l'effettuazione di un esame paratossicologico devono essere conservate all'interno degli appositi contenitori ben sigillati e posti in frigorifero o sul davanzale del balcone durante la stagione invernale. Il campione dovrebbe essere consegnato entro le 24 ore.
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Le ferite da morso sono frequenti nei cani e nei gatti in seguito a colluttazioni. Se la ferita è di circa due centimetri di lunghezza e poco profonda è sufficiente tagliare accuratamente il pelo ai margini della lesione e, dopo aver disinfettato con acqua ossigenata, applicare una pomata antibiotica. In questi casi una sutura non solo non è necessaria, ma è sconsigliabile poiché non consente l'allontanamento di eventuali raccolte sierose, ematiche o purulente. Nei giorni successivi si deve tenere pulita la parte mediante lavaggi con acqua ed amuchina e schiacciare dolcemente la zona circostante per fare fuoriuscire i liquidi che possono formarsi e ripetere l'applicazione della pomata due volte al dì, somministrando, se vi è un interessamento dei tessuti circostanti, degli antibiotici per via generale.
Se la ferita è ampia e vi è uno scollamento di una larga parte dei tessuti sottostanti occorre lavare e disinfettare la parte; se è il caso, limitare l'emorragia applicando compresse di ghiaccio e cotone emostatico e ricorrere immediatamente all'intervento del veterinario.
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Le ferite alle zampe provocano emorragie piuttosto abbondanti poiché questa regione è riccamente vascolarizzata. La prima cosa da fare è arrestare la fuoriuscita di sangue: come laccio emostatico è possibile utilizzare un fazzoletto, una cravatta o una cintura che vanno annodati attorno all'arto dell'animale al di sopra della ferita. Va allentato ogni 5 minuti e non deve essere lasciato per più di mezzora. Se non è possibile ricorrere subito all'aiuto del veterinario occorre tagliare il pelo attorno alla ferita e disinfettarla accuratamente con acqua ossigenata, quindi asciugarla ed applicarvi una pomata antibiotica prima di bendarla. Terminate queste operazioni si può togliere il laccio. Se l'emorragia si arresta e la ferita non è di grandi dimensioni è sufficiente cambiare il bendaggio e rinnovare l'applicazione della pomata tutti i giorni, altrimenti è fondamentale l'intervento del veterinario. Le ferite presenti sul tronco vanno lavate, disinfettate con acqua ossigenata e tamponate con ghiaccio per fermare l'emorragia. L'intervento del veterinario è comunque indispensabile nel caso di ferite ampie che necessitano punti di sutura.
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Le fratture agli arti si verificano a seguito di incidenti o maltrattamenti. L’animale non riesce ne ad appoggiare l'arto fratturato che appare inerte ed il più delle volte gonfio e deformato. Le fratture possono essere di due tipi: "chiuse" o "aperte", nel primo caso la cute ed i tessuti al di sopra dell'osso fratturato sono intatti, mentre nel secondo sono lacerati ed i due monconi ossei appaiono all'esterno.
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Non si devono assolutamente muovere i due monconi ma occorre limitarsi a pulire la ferita con acqua ossigenata o acqua bollita e ricoprire l'arto con una garza sterile o con un panno pulito senza tentare di immobilizzarlo e recarsi immediatamente dal veterinario.
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Quando un animale viene investito da un'auto la prima cosa da fare è quella di provvedere a trasportarlo dal veterinario. Nel frattempo, senza perdere la calma occorre constatare se il soggetto è ancora in vita e la gravità delle lesioni riportate, controllando: l'attività respiratoria, il battito cardiaco e l'eventuale presenza di emorragie interne. Se non dovessero essere presenti le funzioni vitali si può tentare di rianimare il soggetto praticando la respirazione artificiale ed il massaggio cardiaco nell'attesa dell'intervento del veterinario.
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Se le lesioni sono particolarmente gravi è preferibile non spostarli per evitare di provocare danni più seri. In generale, il corretto trasporto del ferito riveste una grande importanza in quanto dei movimenti scorretti ed avventati potrebbero creare delle lesioni od aggravare quelle già presenti. Il metodo migliore è quello di utilizzare una barella che può essere costruita estemporaneamente utilizzando un tappeto, una giacca o un golf. Il paziente va adagiato con ogni cautela, facendo soprattutto attenzione a non far subire bruschi movimenti alla spina dorsale, sulla rudimentale barella che deve essere sollevata da tutte e quattro le estremità contemporaneamente. Un altro ottimo trasporto può essere costituito da qualunque supporto rigido come un asse di legno o di cartone su cui far scivolare lentamente l'animale. Se non si ha nulla a disposizione e non vi è nessun aiuto occorre trasportare il ferito in braccio. Tamponare in tutti i casi le gravi perdite di sangue, tenendo premuto sulla parte un fazzoletto, un pezzo di stoffa, del cotone o delle garze, se possibile fissandole con del nastro adesivo o del cerotto. Per non far disperdere calore all'animale potrebbe essere necessario avvolgere gli arti o tutto il soggetto in una coperta o in un foglio di nailon come quello utilizzato di solito per gli imballaggi. Non trasportare un animale in macchina senza averlo "bloccato" adeguatamente o chiuso in un contenitore sicuro, oltre al rischio di una multa c’è il pericolo che questo, spaventato, si scagli contro chi si trova all’interno dell’abitacolo o cerchi di scappare. In mancanza di museruola si deve circondare il muso del cane con una fettuccia, o uno spago, che va annodato poi dietro la testa, ciò impedisce all'animale spaventato di mordere il soccorritore. Cani di piccola taglia: per spostarlo, gli si deve porre un braccio attorno al collo e l'altro sotto il torace facendo attenzione a non schiacciare le ferite (se la lesione fosse sul torace occorre non comprimere quest'ultimo). È bene lasciare liberi gli arti per non compromettere le eventuali fratture. Cani di grossa taglia: per spostarlo, cingerlo con le braccia, anteriormente all'altezza delle scapole e posteriormente attorno alle cosce. È bene lasciare liberi gli arti per non compromettere le eventuali fratture. Gatti e altri animali di taglia simile: vanno avvolti in una coperta per evitare movimenti bruschi e pericolosi, quindi sollevati, stretti delicatamente tra le braccia e trasportati sempre avvolti nella coperta con la quale sono stati immobilizzati o in un trasportino di dimensioni adeguate. Volatili e altri animali di piccola taglia: trasportarli preferibilmente in una scatola di cartone con una stoffa pulita sul fondo, di dimensioni adeguate all'animale, né troppo strette per garantire una certa libertà, né troppo ampie per evitare che si dibatta, soprattutto nei casi di frattura agli arti. In assenza di scatola di cartone per gli uccelli usare un panno che copra bene ma delicatamente la testa dell'animale o lo avvolga interamente in maniera ordinata, rispettando piumaggio e posizione degli arti.
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A seguito di incidenti stradali o cadute si possono verificare delle emorragie interne che colpiscono gli organi o i vasi presenti nella cavità addominale o toracica mettendo in grave pericolo la vita dell'animale. I sintomi sono rappresentati da stato di incoscienza, polso debole, battito cardiaco appena percettibile e mucose degli occhi e della bocca molto pallide. In questi casi non tentate di fare nulla ma recatevi immediatamente nel più vicino pronto soccorso.
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Le punture d'insetto a volte causano nei cani e nei gatti una sintomatologia che mette in grave allarme i proprietari. Se l'animale è stato punto sul muso, incomincia improvvisamente a gemere, il forte prurito lo costringe a leccare e grattare la parte colpita, che nel giro di pochi minuti si arrossa e si gonfia a tal punto da rendere l'animale irriconoscibile e da ridurre gli occhi a due sottili fessure. Si tratta di attacchi allergici provocati dalle sostanze tossiche prodotte da ragni, api e calabroni. Se l'insetto è entrato nella bocca, l'animale apre e chiude le mandibole, producendo molta salivazione. In rari casi l'edema può estendersi alla laringe ed alla faringe causando delle difficoltà respiratorie a volte con conseguenze drammatiche. Bisogna: calmare la bestiola innervosita dal prurito e dal dolore; applicare ghiaccio o tamponare con acqua fredda per lenire il dolore ed impedire l'eccessivo gonfiore; controllare che il pungiglione non sia penetrato all'interno della cute, in questo caso (senza comprimere la zona), praticare una piccola incisione ed estrarre il pungiglione con una pinza sottile sterile, continuare poi con gli impacchi freddi. Ricorrere al veterinario che eventualmente somministrerà farmaci contro la reazione allergica al veleno della puntura. La terapia per via generale è basata sulla somministrazione di cortisone per mezzo di un'iniezione sottocutanea. In assenza di miglioramenti la terapia può essere ripetuta dopo 8-10 ore. Nella maggior parte dei casi la sintomatologia scompare dopo 24 al massimo 36 ore.
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Nei cani e nei gatti adulti la temperatura corporea normale è di circa 38-38,2°C, mentre nei cuccioli è di circa 38,5-38,8°C. La temperatura va misurata preferibilmente al mattino o alla sera, lontano dai pasti e non immediatamente dopo una corsa o una passeggiata, al mattino di solito è più bassa che non alla sera. Il rilievo termometrico viene effettuato per via rettale mediante l'utilizzo di termometri prismatici per bambini. Prima di utilizzare il termometro è opportuno lubrificarlo con olio di vaselina, al limite quello d'oliva. Si deve sollevare la coda ed infilare il termometro nell'apertura anale avendo l'accortezza di tenerlo leggermente obliquo in modo che il bulbo sia a contatto con la parete del retto. Tenerlo in posizione per circa un minuto, estrarlo e leggere la temperatura.
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A seguito di un grave trauma è importante valutare le caratteristiche del respiro: presenza o meno di movimenti respiratori, loro frequenza e tipo. Si deve osservare la cassa toracica e controllare che si abbassi e si alzi con regolarità e ritmo. Un respiro molto superficiale con movimenti del torace brevi e veloci può indicare lesioni che provocano dolori a livello di apparato respiratorio, mentre un esagerato coinvolgimento della muscolatura addominale durante gli atti respiratori può indicare un'ernia diaframmatica o un versamento di liquidi a livello polmonare.
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L'arresto dell'attività cardiaca è un evento drammatico che si conclude certamente con la morte dell'animale se non viene attuato un intervento immediato che, benché effettuato in condizioni disperate, a volte riesce a risollevare le sorti del paziente. A volte l'interruzione dei battiti cardiaci è accompagnato da arresto del respiro, involontaria perdita di urina e feci e dilatazione delle pupille: sintomi drammatici che preludono alla morte del soggetto. Mettendo l'animale sdraiato su di un fianco il battito cardiaco può essere percepito spostando in avanti l'arto anteriore ed appoggiando il palmo della mano sul torace, posteriormente al gomito.
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Nei cuccioli e nei gattini può verificarsi il prolasso del retto che può essere di natura congenita o conseguente a gravi forme di diarrea. A livello dell'apertura anale è possibile osservare un tratto di mucosa intestinale, di varia lunghezza a seconda della gravità della lesione, che protende all'esterno. In questi casi bisogna astenersi da qualunque intervento, ma coprire la parte con una garza sterile e rivolgersi immediatamente al veterinario.
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Il prelievo di sangue venoso può essere effettuato solo dal veterinario. Il cane o il gatto devono essere tenuti a digiuno nelle 12 ore precedenti il prelievo che viene effettuato da una vena dell'arto interiore (cefalica), da una dell'arto posteriore (femorale) o dalla vena giugulare del collo.
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Le perdite di sangue dalla bocca avvengono in seguito a traumi del cavo orale provocati da incidenti. Occorre osservare le labbra, il vestibolo labiale, le gengive ed i denti rimuovendo con un getto d'acqua fredda l'eventuale sangue presente. Per esplorare l'interno del cavo orale aprite la bocca agendo con molta cautela poiché, se l'animale ha subito un forte trauma, potrebbe esservi una frattura della mandibola. Osservate il palato, in cui si riscontrano frequentemente fratture longitudinali in gatti caduti dai balconi, e la lingua le cui ferite sono molto sanguinanti. Le ferite sanguinanti del cavo orale vanno tamponate con cotone imbevuto di acqua gelata e comprimendo delle compresse di cotone, possibilmente emostatico, sulla parte. Se l'emorragia è imponente potete iniettare per via sottocutanea un coagulante ed applicarne alcune gocce direttamente sulla ferita mentre vi recate immediatamente dal veterinario.
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La perdita di sangue dal naso (rinorragia) può essere conseguente a corpi estranei, traumi, cadute da balconi o terrazze, a malattie che coinvolgono le strutture interne delle cavità nasali (turbinati) o a difetti dei processi coagulativi del sangue. Se l'emorragia è causata da un trauma superficiale è sufficiente lavare la parte, applicare del ghiaccio ed in seguito disinfettare con acqua ossigenata. Se non è visibile nessuna ferita esterna ed il sangue proviene dall'interno della cavità nasale, bisogna applicare una borsa del ghiaccio sulla canna nasale e se si ha a portata di mano un coagulante in fiale, praticarne una per via sottocutanea e farne gocciolare un'altra direttamente nelle narici, quindi, recarsi immediatamente dal veterinario.
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Lo sciroppo ed i liquidi in genere vanno somministrati con estrema cautela. La testa va mantenuta lievemente sollevata in modo da favorire la deglutizione. Se l'animale comincia a divincolarsi o a tossire, interrompete la somministrazione e lasciate che si riprenda.
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Nel caso in cui sia necessario occorre sollevare la coda e, una volta inserita la supposta, riabbassarla immediatamente, tenendola schiacciata contro l'apertura anale in modo da impedire che la espella.
Questa posizione va mantenuta per circa 3 minuti.
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Possono essere causate dal fuoco, da acqua bollente, fili elettrici, sostanze chimiche (trementina, benzina, cherosene), catrame e detersivi. Nei cani e nei gatti le ustioni possono essere causate da incidenti domestici: contatto con acqua, caffé od olio bollenti e da eccessiva esposizione al calore del phon dopo i lavaggi. Frequentemente nei gatti randagi, l'ustione è provocata dal passaggio degli animali su parti surriscaldate delle automobili. La gravità delle ustioni si valuta in base alla loro estensione e profondità, vengono classificate a seconda della loro gravità ed estensione in superficiali e profonde o in gradi: 1° ustioni leggere, applicare acqua fredda o un impacco di ghiaccio lasciandolo in contatto per 15 minuti (non spalmare olio, burro o pomate) - 2° ustioni estese, applicare garze pulite (non cotone idrofilo) e fasciare la parte con un bendaggio morbido - 3°ustioni chimiche, lavare l'area colpita con abbondante acqua e non usare nessun solvente, recarsi subito dal veterinario.
Nelle ustioni superficiali il pelo appare bruciacchiato e la cute è arrossata e coperta di vescicole (rigonfiamenti dell'epidermide pieni di liquido chiaro) a cui fanno seguito delle croste. In questi casi è opportuno applicare immediatamente sulla lesione dell'acqua fredda o delle compresse di ghiaccio per una ventina di minuti ed in seguito applicare un'apposita pomata contro le bruciature.
Le ustioni profonde sono caratterizzate dalla sofferenza degli strati più profondi della cute che appare erosa e di colorito nerastro o biancastro a causa della morte dei tessuti. In questi casi occorre detergere la lesione usando abbondante acqua fredda, spruzzata con siringhe, precedentemente bollita e ricoprirla con garze sterili in attesa dell'assistenza veterinaria che va ricercata con la massima urgenza.
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Sia nel caso di ingestione di sostanze che di piante velenose possono comparire le più disparate alterazioni a seconda dell'azione del principio tossico. Gli avvelenamenti e le intossicazioni il più delle volte sono trattate dal veterinario con terapie sintomatiche (cioè destinate a combattere i sintomi) e con generiche terapie disintossicanti. Questo perché molte volte la sostanza responsabile dell'avvelenamento rimane sconosciuta ed in altri casi non è disponibile l'antidoto verso un determinato tossico. I sintomi più comuni sono: rifiuto assoluto del cibo, vomito e diarrea (a volte con sangue); possono essere anche presenti: ecchimosi diffuse sul corpo (avvelenamento da topicidi anticoagulanti); aumento della salivazione, tremori muscolari e convulsioni; in altri casi l'animale può apparire fortemente depresso o addirittura incosciente, con le pupille dilatate ed avere una temperatura corporea al di sotto della norma. In presenza di tali sintomi, avvisare immediatamente il veterinario ed effettuare una serie di semplici interventi di soccorso che aiuteranno l'animale a superare i primi effetti delle sostanze velenose ingerite: sciacquare le parti del corpo che sono venute a contatto con la sostanza velenosa; se la sostanza ingerita non è corrosiva, provocare il vomito inserendo nella bocca dell'animale, tramite una siringa senza ago, acqua mista a sale; tenere la bocca dell'animale chiusa e grattarlo sotto la gola per favorirne la deglutizione; controllare il ritmo cardiaco e la frequenza respiratoria; evitare la somministrazione di sostanze delle quali non si conosca l'effetto benefico.
IN GENERALE - Avvelenamento da detersivo: l'intervento più idoneo consiste nel somministrare per bocca dell'olio, evitando di provocare il vomito. Lavare la cute con acqua tiepida e sapone dove sia entrata in contatto con la sostanza tossica. Sarà il veterinario, comunque, a stabilire la terapia adatta. Avvelenamento da candeggina: è molto pericoloso; la bocca dell'animale risulta ulcerata. Si dovrà lavare la zona cutanea colpita e tentare lo svuotamento dello stomaco. Il veterinario effettuerà una lavanda gastrica e somministrerà sostanze inibitorie per gli effetti dell'acido. Avvelenamento da piante d'appartamento: bisogna subito osservare se il nostro amico presenta irritazioni all'interno della bocca con salivazione eccessiva. Indurre immediatamente il vomito con l'uso di acqua salata e lavare le mucose interne della bocca. Il veterinario provvederà alla lavanda gastrica ed alla terapia adatta. Le piante più dannose sono: oleandro, stella di natale, edera e ficus. Avvelenamento da antiparassitari: i sintomi sono caratterizzati da lacrimazione, vomito,tremori e difficoltà respiratoria. Possono risultare nocivi sia il collare antipulci che le polveri contro i parassiti. Bisogna, in questi casi, eliminare subito il collare e liberare il pelo dalla sostanza. Fondamentale, anche in questo caso, rivolgersi al veterinario. Avvelenamento da sostanze alimentari avariate: provocano vomito, dolori addominali e defecazione a brevi intervalli di tempo. In questo caso il nostro primo compito è di provocare il vomito, dopodiché il veterinario eseguirà la lavanda gastrica. Avvelenamento da farmaci: l'Aspirina è uno dei farmaci maggiormente nocivi, soprattutto per il gatto e per i roditori; l’animale si sentirà debole, respirerà con fatica ed avrà la febbre. Potremo aiutarlo ancora una volta facendolo vomitare. Il veterinario, oltre all'azione immediata, controllerà gli effetti dei farmaci sull'organismo anche nei giorni successivi. Avvelenamento da naftalina: l'ingerimento di questa di questa sostanza porta al vomito ed a uno stato di prostrazione che può arrivare al coma. In questo caso bisogna provocare il vomito e somministrare del bianco d'uovo misto ad acqua abbondante. Il veterinario si occuperà della terapia vera e propria. Avvelenamento da materiali plastici, vernici, colori: bisogna subito causare il vomito e rivolgersi immediatamente al veterinario; potrebbe infatti verificarsi la necessità di un intervento chirurgico. Bocconi avvelenati: passeggiando nei boschi il nostro amico può ingerire bocconi di cibo avvelenati con stricnina la quale causa convulsioni, rigidità muscolare e porta velocemente alla morte. È necessario, mentre si interpella il veterinario, provocare il vomito con l'ingestione di acqua salata, somministrare farmaci ad azione sedativa, evitando la somministrazione di latte che facilita l'assorbimento del veleno.
Nel caso di contatto con sostanze tossiche, che possono pur non essendo ingerite, espletare la loro azione da contatto con il corpo dell'animale (cute, occhi, bocca). In questi casi è fondamentale detergere accuratamente la zona colpita con acqua tiepida e sapone neutro. Se risultasse impossibile la rimozione del prodotto (vernici, catrame) non si deve ricorrere all'utilizzo di solventi, ma si taglia il pelo imbrattato. La lesione deve essere medicata con una pomata antibiotica, coperta con una garza e sottoposta ad un controllo dal veterinario.
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